1. Cosa significa “gres porcellanato”?
Le piastrelle in gres porcellanato sono ottenute tramite il processo di sinterizzazione della barbottina. La cottura avviene ad una temperatura di circa 1350°C in forni lunghi continui dove la materia prima è portata gradualmente alla temperatura massima, lì mantenuta per un breve periodo, e sempre gradualmente viene raffreddata sino a temperatura ambiente. Il processo di cottura determina la ceramizzazione/greificazione della barbottina, attribuendone le tipiche caratteristiche di robustezza, impermeabilità, ingelività.
Durante la cottura avvengono però varie deformazioni sulla materia precedentemente pressata. Le deformazioni maggiori riguardano la planarità, la calibratura e l'imbarcamento. Le deformazioni di cui sopra determinano la qualità del prodotto finito; al termine della fase di cottura le piastrelle vengono suddivise per classi omogenee di calibro e tono. Il materiale non pienamente conforme ai parametri dettati dalle norme UNI viene declassato (2a, 3a scelta, etc.).   

2. Cos’è la finitura superficiale e quante tipologie esistono?   
Per finitura superficiale si intende la fase di lavorazione di un pezzo per ottenere determinate condizioni di ruvidità superficiale e di tolleranze formali e dimensionali.
La superficie di una piastrella si distingue  per le sue caratteristiche visive e tattili:
una finitura naturale può essere essere liscia e opaca o morbida e satinata, oppure ancora con una leggera caratterizzazione della struttura;   una superficie strutturata (o anche bocciardata) mostra tutte le caratteristiche della pietra viva es. rilievi, effetti sabbia, increspature;
una superficie lappata è lucente perché lucidata attraverso un procedimento meccanico, senza asportare materiale;
una superficie levigata è ancora più lucente perché lucidata a specchio, togliendo fino a 1 mm di materiale dalla superficie pressata.
Inoltre, una superficie smaltata (serie K-Color di Ceramiche Keope) è ricoperta da un sottile strato di materiale vetroso che ne determina colore e lucentezza.    

3. Cosa significa che un prodotto è “stonalizzato”?   
La parola “stonalizzazione” è una denominazione con la quale si intende un passaggio di gradazioni cromatiche visibili e non armonizzabili. Indica la differenza di tono delle singole piastrelle come non omogenee tra di loro. Keope ha in catalogo collezioni che giocano sulla forte stonalizzazione per ricreare le venature della pietra naturale, adatte a caratterizzare pavimenti e rivestimenti di esterni e interni con sfumature finora inedite. Altre collezioni invece affidano all'uniformità del colore un messaggio di contemporaneità, creando rivestimenti per zona giorno e zona notte sempre attuali e dal look minimal.   

4. Cosa vuol dire “prodotto rettificato”?  
La rettifica è un procedimento con il quale i bordi delle piastrelle vengono perfettamente squadrati. In questo modo è possibile posare le piastrelle con fughe minime ottenendo così un risultato estetico raffinato ed elegante. Per i pavimenti posati in combinazione di più formati rettificati è consigliata una fuga di 2 mm. Per i rivestimenti posati utilizzando un prodotto rettificato è necessaria una fuga di 2 mm. I formati rettificati sono utilizzati spesso per le piastrelle per bagno e le piastrelle per cucina, ambienti con caratteristiche particolari in quanto a umidità, sporco, uso di detergenti. In questi casi avere una fuga minima aiuta la pulizia e assicura migliore tenuta del rivestimento a parete. Le piastrelle non rettificate hanno i bordi naturali da pressa e richiedono una fuga maggiore.     

5. Quali sono le differenza tra piastrelle da interno e da esterno?   
E' importante che tutte le piastrelle siano resistenti alle macchie e agli agenti chimici.
Una piastrella da esterno, però, deve avere caratteristiche diverse rispetto a quella da interno perché entra in contatto diretto con gli agenti ambientali. Per la posatura all'esterno la piastrella deve essere ingeliva come il grès porcellanato e deve avere un elevato coefficiente di antisdrucciolo (antiscivolosità).

6. Quali sono le norme di riferimento per l’ antiscivolosità delle piastrelle?   
Molti paesi hanno una normativa specifica per la classificazione della scivolosità dei pavimenti in modo da prevenire incidenti e cadute da parte degli utilizzatori degli stessi. In linea generale la sicurezza del pavimento è legata alle caratteristiche antiscivolo, alla corretta posa in opera e pulizia della superficie. Inoltre, nella scelta della pavimentazione è opportuno considerare le condizioni di utilizzo anche in relazione a specifiche destinazioni d’uso.   
a) Norma DIN 51130 (Germania): è applicata per la classificazione delle piastrelle in base alla loro scivolosità in ambienti di lavoro sottoposti a traffico pedonale con scarpe. Il test è condotto utilizzando una pedana inclinabile realizzata con il materiale da testare, sottoposta ad agente lubrificante ed al calpestio da parte di un pedone dotato di opportune scarpe. Il test riporta l’angolo di massima inclinazione della pedana al quale l’operatore avverte ancora una sensazione di sicurezza. In presenza di sostanze che facilitano lo scivolamento, una superficie piana ed antisdrucciolevole non è sufficiente. In tal caso si ricorre alla classificazione in funzione di spazi di contenimento al di sotto della superficie di calpestio misurati in cm3/dm2. Maggiore il volume, maggiore sarà la sicurezza.   
b) Norma DIN 51097 (Germania): è applicata per la classificazione delle piastrelle in base alla loro scivolosità in ambienti sottoposti a traffico pedonale a piedi nudi. Il test e la valutazione dei risultati sono condotti come nel caso della norma DIN 51130, impregnando la pedana inclinabile con soluzione di acqua e sapone.   

c) DM 236/89 (Italia): il Decreto Ministeriale richiede, per alcune tipologie di costruzioni, che le pavimentazioni siano antisdrucciolevoli ovvero abbiano un coefficiente di attrito misurato con il metodo BCRA Rep. CEC 6-81 (British Ceramic Research Association) superiore a 0.40 sia su superficie asciutta che bagnata. Il test è condotto utilizzando uno strumento portatile (TORTUS) che si muove a velocità costante sulla superficie : lo strumento misura il coefficiente di attrito prodotto durante il test. Per conoscere le caratteristiche di anti-scivolosità delle serie Keope consulta le tabelle tecniche delle singole collezioni.   
 
Consigli di posa     

1. E’ possibile posare le piastrelle in Gres senza fuga?   

No, la fuga è sempre necessaria, ma a seconda del tipo di piastrella o meglio dal tipo di bordo della piastrella può essere più stretta (2 mm) o più larga (fino a 5mm). La posa delle piastrelle in genere varia in base alle caratteristiche della collezione stessa. É importante prestare particolare attenzione ad armonizzare bene il prodotto e a tenere molto stretti i giunti di stuccatura. Se le piastrelle sono rettificate (il bordo è perfettamente squadrato) possono essere posate con una fuga minima di 2 mm in modo da creare un effetto raffinato ed elegante. Il risultato finale è d’impatto e viene in genere consigliata per i prodotti moderni e tecnologici come i grandi formati. Nel caso di piastrelle più classiche o rustiche, dove il bordo non è squadrato, ma rimane naturale dopo la cottura, si consiglia in genere una fuga leggermente più ampia di circa 4 o 5mm in modo che l’effetto finale sia in sintonia con le caratteristiche estetiche e funzionali delle piastrelle stesse. E’ importante sapere che più la fuga è stretta, più la piastrella tura diventa rigida e, in taluni casi di movimenti strutturali di massetti e solai, possono accadere deformazioni e rotture delle piastrelle posate.     

2. Cosa significa posare “a giunto unito”?   
Per posa a giunto unito si intende l’installazione accostata delle piastrelle di ceramica. Le norme relative alla posa e le regole per una corretta installazione prevedono comunque che ci sia una fuga minima di 2mm. I materiali utilizzati con questo tipo di fuga, devono essere rettificati e cioè con i bordi squadrati a “spigolo vivo”. Per dare maggiormente effetto di continuità alla superficie si consiglia una stuccatura tono su tono.     

3. Le cose importanti da sapere prima di posare.   
La posa di una superficie di piastrelle, operazione che consiste nell’esecuzione vera e propria del progetto e che richiede pertanto un’elevata professionalità e una particolare cura, richiede una preventiva fase progettuale, condizione fondamentale affinché la piastrellatura risulti soddisfacente, e dunque: armoniosa, regolare, integra e durevole.
Le fasi di progettazione, ad opera di un progettista qualificato, prevedono la considerazione di una serie di variabili cruciali da non sottovalutare: caratteristiche intrinseche del rivestimento o pavimento; eventuali specifici trattamenti da eseguire, ampiezza e percorso delle fughe tra le piastrelle; dimensione di eventuali giunti di deformazione (importanti per la durabilità dell’installazione).


Uso e manutenzione

1. E’ importante una corretta pulizia dopo la posa?   

La pulizia “dopo posa” serve per rimuovere i residui di stucchi per le fughe, cemento, calce, boiacca. E’ necessaria a fine cantiere, sia per le piastrelle smaltate che per quelle non smaltate. Una pulizia “dopo posa” male effettuata, o addirittura non fatta, è spesso causa di aloni che impediscono di mantenere pulito il pavimento nonostante una buona pulizia quotidiana. Quando possibile, specialmente per superfici medio-grandi, si consiglia l’uso di monospazzola con dischi morbidi (bianchi oppure beige). La pulizia di stucchi cementizi miscelati con acqua si effettua con specifici detergenti a base di acidi tamponati e diluiti (facilmente reperibili in commercio).   

2. Ho un pavimento che mi sembra sporco, con una patina opaca superficiale. Cosa devo fare?
A volte nei normali detergenti in commercio sono contenute cere o additivi lucidanti che, lavaggio dopo lavaggio, depositano sul pavimento patine lucide, causa di noiose alonature. Patine di questo tipo possono essere depositate anche da alcuni stucchi per le fughe. Oltre all'effetto degli aloni e della maggior lucentezza, queste patine, bagnate con acqua, danno l'effetto di idrorepellenza, a volte anche accentuato. Per ogni richiesta sui consigli di pulizia vai alla sezione dedicata oppure compila il form nella sezione contatti e sarai contattato da un nostro responsabile tecnico.

Fino a qui l'articolo è stato estrapolato dal web, dal sito www.keope.com

Piastrellisti

1. Come scegliere un eccellente piastrellista?  

Un eccellente piastrellista é colui che é in grado di ascoltare e capire le esigenze del cliente. Un professionista capace di ascoltare e sopratutto di capire. Si rende disponibile ad un sopraluogo preventivo, prima di offrire la propria manodopera. Va oltre alla semplice richiesta; Ovvero, é in grado di considerare anche aspetti che al cliente sono sfuggiti. Sa dare quei consigli utili e necessari, indipendentemente dal fatto che prenderà o meno il lavoro. Un professionista puntuale, organizzato e pulito. Un professionista con un ottima reputazione, ecco perchè tutti coloro che sono iscritti sul Social net to work BRAVOSTREET oltre all'inserimento delle loro immagini, delle immagini dei loro cantieri e dei lavori svolti , alla pubblicazione delle loro certificazione, hanno a cuore le recensioni dei loro clienti. Perchè sono professionisti che non hanno nulla da nascondere e molto da dare. Sono professionisti Eccellenti, che hanno deciso di promuoversi in modo innovativo.

 

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