siamo maniaci dell'igiene       

L'esigenza è innanzi tutto quella di stare soli, perché siamo sottomesi a continue pressioni sociali: Ritmi frenetici che non ci lasciano tempo per riflettere o raccogliere idee, la tecnologia che ci rende disponibili agli altri sempre, in ogni momento anche a casa nostra. A questo punto uno dei pochi rifugi rimasti sembra essere il bagno. Una voltra oltrepassata la porta di questo ambiente casalingo, siamo legittimati nel pretendere di non essere disturbati. Purtroppo da un indagine fatta negli stati uniti alcuni anni fa da American Standard un produttore statunitense di Sanitari e articoli per il bagno, sembra che anche quando siamo seduti sul Wc, non siamo mai completamente soli, putroppo la tecnologia non ci lascia in pace nemmeno li e sembra che almeno nell'88 per cento dei casi il pc, lo smatphone o il tablet sono con noi a farci compagnia, e li consultiamo per controllare i nostri profili sui social, per controllare le mail, oppure messaggiare o telefonare. Anche noi Italiani passiamo molto tempo in bagno, si calcola che solo per soddisfare i bisogni fisiologici in media nell'arco di una vita trascorriamo in bagno 160 giorni!

Il bagno oltre ad essere un ambiente per soddisfare i bisogni e la cura e pulizia del corpo é anche un ambiente che aiuta ad acquistare benessere e vitalità. Grazie a moltissime soluzioni che permettono di rendere questa stanza un luogo di piacere, dove oltre a trovarci il water (che a volte viene messo in una zona separata) ci troviamo docce e vasche multifunzioni con idromassaggi e bagni turci, saune, atrezzi per fittness, wellness e yoga.

Il bagno è diventato un ambiente della rigenerazione fisica, dove ci si ritira per rendersi presentabili in pubblico, perchè come dice il socilogo Alberto Mellucci, oggi il corpo sta diventando un elemento fondamentale nel determinare la nostra identità. Oggi la cura di sé rafforza la nostra immagine di persone capaci di presentarci agli altri in modo socialmente accettabile, cioé ordinati e profumati.


Oggi il bagno è un lusso...

Secondo i dati della banca mondiale, la percentuale di popolazione senza bagni puliti tocca punte molto preoccupanti in molte aree del pianeta: Quasi il 70% nell'Africa subsahariana, più del 60% nel subcontinente indiano, 34% in Cina e nel sud est asiatico. Purtroppo chi ne risente di più delle conseguenze sono i bambini. In molti paesi per la mancanza di servizi igenici molte ragazzine abbandonano gli studi al raggiungimento della pubertà, perchè mancano servizi igenici puliti e sicuri sopratutto durante il ciclo mestruale.


(Rinnovabili.it) – Più di 4 miliardi di persone vivono in condizioni di scarsità d’acqua per almeno un mese l’anno. La carenza di risorse idriche, secondo una nuova analisi dell’Università di Twente (Olanda) pubblicata sulla rivista Science, non solo è una delle sfide più pericolose che il mondo si trova ad affrontare, ma probabilmente è di gran lunga peggiore di quanto ci si aspettasse.
La nuova ricerca rivela anche che 500 milioni di persone vivono in luoghi dove il consumo annuo di acqua è doppio rispetto alla quantità che la pioggia riesce a reintegrare. Un fatto che sta rapidamente portando al degrado irreversibile delle falde acquifere, rendendo vulnerabili intere comunità.
Zone particolarmente a rischio sono India e Cina, ma non sfugge al pericolo nemmeno la parte centroccidentale degli Stati Uniti, l’Australia per fino la città di Londra. Vera e propria emergenza in Yemen, dove l’acqua potrebbe esaurirsi nel giro di pochi anni. Giorni contati anche per Pakistan, Iran, Messico e Arabia Saudita.

Questi problemi peggioreranno secondo i ricercatori. Non vi è speranza con simile un tasso di crescita della popolazione. L’utilizzo di acqua crescerà, spinto vertiginosamente dal consumo di carne.
Lo studio olandese è il primo lavoro ad esaminare la scarsità d’acqua globale su base mensile e ad una risoluzione inferiore ai 50 km. Sono stati analizzati i dati 1996-2005, in merito ai quali l’opinione degli esperti è inequivocabile: «La situazione idrica mondiale è molto peggiore di quanto suggerito dagli studi precedenti, che stimavano gli impatti della scarsità idrica tra gli 1,7 miliardi e i 3,1 miliardi di persone». Sarebbero invece ben 4 miliardi le persone che soffrono questo fenomeno per almeno un mese all’anno, mentre 1,8 devono fare i conti con la siccità per almeno sei mesi l’anno.
«Farsi una doccia più breve non è la risposta», ha chiarito il professor Arjen Hoekstra dell’Università di Twente, che ha guidato la ricerca. Il cambiamento dev’essere profondo e radicale, non basterà la tecnologia. Oppure, semplicemente, siamo destinati ad autodistruggerci.


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